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1) Dizion. 5° Ed. .
FORTUNA.
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FORTUNA.
Definiz: Sost. femm. Essere immaginario, al quale, come a causa ignota, si attribuiscono dal volgo gli effetti e gli avvenimenti improvvisi, inaspettati, contrarj ancora all'aspettazione, e senza cagione manifesta o senza cognita ragione.
Dal lat. fortuna. –
Esempio: Nov. ant. C. 35: Un giorno.... li venne un quadrello per la fronte disavventuratamente, che la contraria fortuna che 'l seguitava, l'uccise.
Esempio: Dant. Inf. 30: E quando la fortuna volse in basso L'altezza de' Troian che tutto ardiva,... Ecuba ec.
Esempio: E Dant. Conv. 71: Quasi mendicando sono andato mostrando, contro a mia voglia, la piaga della fortuna.
Esempio: Petr. Rim. 2, 266: Voi, cui fortuna ha posto in mano il freno Delle belle contrade, ec.
Esempio: Machiav. Stor. 2, 91: Deliberò di mostrare il viso alla fortuna, e secondo gli accidenti di quella consigliarsi.
Esempio: Diviz. Calandr. 1, 1: Bene è vero che l'uomo mai un disegno non fa, che la fortuna un altro non ne faccia.
Esempio: Castigl. Corteg. V. 2: Ben furono bastanti a far fede che la fortuna, come sempre fu, così è ancor oggidì contraria alla virtù.
Esempio: Ar. Orl. fur. 8, 59: Oh misere donzelle, che trasporte Fortuna ingiurïosa al lito infausto!
Esempio: E Ar. Orl. fur. 35, 5: Perchè tutte le grazie inclite e rade, Ch'alma natura, o proprio studio dare, O benigna fortuna, ad uomo puote, Avrà in perpetua ed infallibil dote.
Esempio: Bern. Orl. 31, 2: Savio è chi d'or in or, non d'anno in anno, Scudi, rimedj, antidoti raguna Contra' colpi di morte e di fortuna.
Esempio: Bemb. Asol. 20: Costui certamente de gli amari giuochi della fortuna non sente dolore.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 70: Che fortuna qua giù varia a vicenda, Mandandoci venture or triste, or buone.
Esempio: E Tass. Gerus. 12, 58: O nostra folle Mente, ch'ogn'aura di fortuna estolle!
Esempio: E Tass. Lett. 3, 5: Benchè la fortuna m'abbia privato di tutti i suoi beni, non ha potuto privarmi di quelli de la natura.
Esempio: Adr. M. Plut. Opusc. 1, 279: Provvidenza non già, ma la fortuna, Tutte l'opre addirizza de' mortali, disse quel poeta.
Esempio: Bald. Pros. 316: Dignissimo sopra gli altri colui che, buono ed atto, ha congiunto quell'altro splendore che porta seco la nobiltà, il favore della fortuna, e la maestà della presenza.
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 3, 376: Sempre ha gran parte in tutti i successi umani qua giù la fortuna.
Esempio: Salvin. Disc. 1, 187: Le diverse riuscite delle cose, gli scherzi della fortuna.
Esempio: Niccol. Strozz. 4, 4: Figlio della fortuna, e che ti valse La virtù del tuo sangue?
Definiz: § I. In modo particolare, immaginasi come Il cieco dispensatore delle ricchezze e degli altri beni temporali. –
Esempio: Dant. Inf. 7: Maestro,... Questa fortuna, di che tu mi tocche, Che è, che i ben del mondo ha sì tra branche?
Esempio: E Dant. Conv. 309: Se si considerano li modi, per li quali esse (le ricchezze) vengono, tutte si possono in tre maniere ricogliere: chè o vengono da pura fortuna,... o vengono, ec.
Esempio: Bocc. Com. Dant. M. 2, 62: Credendo, come voi non dovete credere, cioè che i beni temporali sieno in podestà della fortuna.
Esempio: Giust. Vers. 228: E scalzarlo parecchi avean voluto, Mentre che visse, sull'arti segrete Di menar la fortuna per il naso, Pescando il certo nel gran mar del caso.
Definiz: § II. E considerato, secondo il concetto pagano, come una deità; nel qual senso ricevette dall'antichità diversi aggiunti e cognomi. –
Esempio: Liv. Dec. 1, 185: Elli fecero fare un tempio, e dedicarlo a Fortuna femmina, in rimembranza delle femine che la città aveano guarentita e salvata.
Esempio: Dant. Inf. 15: Non è nuova agli orecchi miei tale arra; Però giri Fortuna la sua ruota, Come le piace, e il villan la sua marra.
Esempio: S. Ag. C. D. 2, 151: Tanto certo attribuiscono a questa Dea, la quale chiamano Fortuna, che l'idolo suo, che fu consecrato dalle femmine, e fu appellata la femmina Fortuna, narrano ec.
Esempio: E S. Ag. C. D. 2, 152: Se la Fortuna parla, almeno parlasse la maschile, e non la femminile, acciò che esse femmine che trovarono quell'idolo, non fossono reputate avere falsamente composto tanto miracolo con femminina loquacitade.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 40: E certo io maladicerei e la natura parimente e la fortuna, se io non conoscessi la natura esser discretissima, e la fortuna aver mille occhi.
Esempio: E Bocc. Amet. 90: Ma però che la non durante Fortuna, quanto più le cose mondane alla sommità della sua ruota fa presso, tanto più le fa vicine al cadere; non volendo questa estorre da questa legge, chiusa la larga mano,... le sue mutazioni le fece conoscere.
Esempio: Ar. Sat. 1, 184: Qualunque erge Fortuna in alto, il tuffa prima in Lete.
Esempio: Bart. C. Opusc. Albert. 24: Ed ancor che la dea Fortuna si travagliasse per così fatte voci, si dilettava non di manco, ec.
Esempio: Adr. M. Plut. Opusc. 2, 408: Anco Marzio.... fu il primo che rizzasse il tempio alla Fortuna.
Esempio: E Adr. M. Plut. Opusc. appr.: E quel (il tempio) della Fortuna femminile fu fatto innanzi al tempo di Cammillo.
Esempio: E Adr. M. Plut. Opusc. 2, 418: Il tempio della Fortuna virile fu fondato da Anco Marzio.
Esempio: E Adr. M. Plut. Opusc. appr.: Egli adunque (Servio Tulio) consecrò nel Campidoglio un tempio alla Fortuna primogenita, ed un altro alla Fortuna ossequente, cioè favoreggiante, o vero obbediente.
Esempio: E Adr. M. Plut. Opusc. 419: Sono infinite altre onoranze e cognomi della Fortuna, per lo più ordinate da Servio.
Esempio: Adim. A. Pind. 140: Supplico, o figlia dell'eterno Giove, Unico difensor del nostro scampo, Servatrice Fortuna, Grazie implorando alla città d'Himera.
Esempio: E Adim. A. Pind. 142: Il fosco giudizio della cieca gentilità tenne sempre la Fortuna per una Dea, dal cui volere semplicemente dependesse ogn'impensato evento.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 8, 1: La Fortuna è una dea senza cervello.
Esempio: Buonarr. F. Medagl. ant. 224: Fecero [i Gentili] la Vittoria, la Concordia,... e mill'altre deità distinte, e particolarmente la Fortuna.
Definiz: § III. E per La immagine dipinta o scolpita, rappresentante la Fortuna, con simboli ed emblemi appropriati. –
Esempio: Buonarr. F. Medagl. ant. 110: In questo rovescio [di medaglia antica] la prora.... può pigliarsi tanto per segno della Felicità che della Fortuna, essendo la nave non solo simbolo di quella, ma ancora dell'altra.
Esempio: E Buonarr. F. Medagl. ant. 243: Porta Diana nella destra la Fortuna, poichè, adorando ogni città la sua in particolare, e credendo di non poter esser felice senza di quella, par che gli Acrasioti vogliano dire che la fortuna della patria loro dipendesse da Diana: così i Sami in un medaglione di Decio hanno fatto in mano d'una delle Nemesi una Fortuna con due cornucopj, facendola quasi dipendere dalla Nemesi, o sia Providenza superiore.
Esempio: E Buonarr. F. Medagl. ant. 401: La varietà di tanti simboli, di cui è composta questa Fortuna, dimostra il fine di Costantino,... poichè in quella ebbe in pensiero d'esprimere, ec.
Esempio: Zanott. G. P. Stor. Accad. 1, 224: In casa Ranuzzi dipinse nella volta di una stanza la Fortuna con molti fanciulli; operazione sommamente ragguardevole.
Definiz: § IV. Fortuna, secondo un concetto più nobile ed alto, prendesi talora per La occulta disposizione della Provvidenza divina circa alle cose e ai beni temporali; ed altresì per La ministra di essa Provvidenza. –
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 1, 218: Fortuna non è altro che temporale disposizione delle cose provvedute.
Esempio: Bocc. Com. Dant. M. 2, 68: Avanti che più oltre si proceda, è da vedere che cosa sia questa fortuna, della qual qui l'autore domanda Virgilio; quantunque,... conchiudendo, mostri di volere lei essere una ministra di Dio, posta sopra il governo delle cose temporali.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 211: Alquanti savj conobbono bene ciò che era fortuna, e dissono che fortuna non è se non temporale disposizione delle cose provedute da Dio, o vero mutabilità delle cose temporali, secondo che procede dalla volontà divina.
Esempio: E But. Comm. Dant. 407: Fortuna è l'evenimento delle cose provedute da Dio.
Esempio: Castigl. Corteg. V. 267: Impossibile è governar bene nè sè stesso nè altrui senza aiuto di Dio, il quale ai buoni alcuna volta manda la seconda fortuna per ministra sua, che gli rilievi da gravi pericoli.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 70: E sia giudice il caso; Anzi giudice Dio, delle cui voglie Ministra e serva è la Fortuna e 'l Fato.
Definiz: § V. E secondo le credenze astrologiche, prendevasi per La disposizione dei cieli o dei pianeti circa gli uomini e i fatti umani. –
Esempio: Dant. Inf. 15: Qual fortuna o destino Anzi l'ultimo di quaggiù ti mena?
Esempio: E Dant. Inf. appr.: La tua fortuna tanto onor ti serba, Che l'una parte e l'altra avranno fame Di te; ma lungi fia dal becco l'erba.
Esempio: E Dant. Inf. 32: Se voler fu, o destino, o fortuna, Non so; ma passeggiando tra le teste, Forte percossi il piè nel viso ad una.
Esempio: Comm. Anon. Dant. 1, 354: Qual fortuna. Ciò è, qual disposizione di cielo t'ha condotto quaggiù?
Esempio: E Comm. Anon. Dant. 1, 359: La tua fortuna. Ciò è, la tua disposizione de' cieli.
Esempio: Bocc. Com. Dant. M. 2, 416: La tua fortuna, cioè il celeste corso.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 407: Qual fortuna o destino; cioè qual felicità de' corpi celesti, o ver qual grazia della providenzia di Dio:... intendendo come si dee, non è fortuna sanza destino, ma destino è ben sanza fortuna, inanzi che le cose abbino effetto.
Esempio: E But. Comm. Dant. 414: La tua fortuna; continua ser Brunetto lo suo vaticinio, dicendo che il favore della influenza comune, che Dante à d'essere glorioso e famoso.
Esempio: E But. Comm. Dant. 815: Se voler fu, o destino, o fortuna: qui tocca tre cagioni, da cui procedono tutti li nostri affetti; cioè da volontà di proprio arbitrio, o da giudicio universale delle costellazione, che si chiama destino, o da giudicio particulare di alcuna costellazione, che si chiama fortuna.
Definiz: § VI. Fortuna, vale anche Avvenimento, Caso, Avventura, così buona come cattiva, secondo gli aggiunti. –
Esempio: Din. Comp. Cron. DL. 234: Ebbono i Bianchi un'altra ria fortuna.
Esempio: E Din. Comp. Cron. DL. 393: I Veneziani ci vennono per acqua, e furonvi sconfitti, e presi e mortine assai: e fu sventurata fortuna per loro.
Esempio: Ar. Orl. fur. 12, 72: Ragunò il re Agramante tutti quelli Che seguian le fortune sue seconde.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 40, 47: Con molto dispiacer Gradasso intese Del re Agramante le fortune avverse.
Esempio: Cas. Rim. 1, 39: Contra il costume delle inique genti, Che le fortune avverse amar non sanno.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 54: Con due donzelle uscii secura, Campagne elette alle fortune avverse.
Esempio: E Tass. Gerus. 9, 89: Mille turchi avea qui che.... furon già delle milizie antiche Di Solimano, e seco ne' deserti Seguir d'Arabia i suo' errori infelici, Nelle fortune avverse ancora amici.
Esempio: Pindem. Poes. 35: O pensieroso augel, di ria fortuna Portator ti accusò la vecchia etate.
Definiz: § VII. E assolutam. per Avvenimento buono, prospero, felice, Buona ventura; ed altresì per Condizione fortunata, felice. –
Esempio: Bocc. Decam. 8, 364: L'abate, lieto delle sue fortune, con lui insieme rendè grazie a Dio.
Esempio: E Bocc. Rim. 120: Non mi sarien credute Le mie fortune, ond'io tutto m'infoco.
Esempio: Dav. Tac. 2, 61: Vedendo noi per natura la nuova fortuna altrui con mal occhio, e niuni estimando doversi moderare più di quei che già ci vedemmo eguali.
Esempio: Red. Lett. 1, 239: Ha egli quella lodevole ambizione, che suole aver chi studia, di contrar servitù con grandi letterati; e perciò sommamente desidera di godere questa fortuna con V. Signoria.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 91: Sì, che il servirvi a mia fortuna ascrivo, Costi quanto può mai tempo o sudore.
Esempio: Leopard. Poes. 51: Immenso Tra fortuna e valor dissidio pose Il corrotto costume.
Esempio: Giust. Vers. 131: Un popolo pieno Di tante fortune Può farne di meno Del senso comune.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 500: Per lui, quella sarebbe una delle fortune più desiderate.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 501: Le raccontò l'inaspettata fortuna.
Definiz: § VIII. E pure assolutam. per Avvenimento infelice, avverso, Sventura, Disgrazia, Infortunio; ed altresì per Miseria. –
Esempio: Benciv. Esp. Patern. volg. 56: I buoni uomini che sono sotto loro, hanno assai a sofferire, e di gran fortune e dasagi (disagi) hanno sovente.
Esempio: Buson. Gubb. Avvent. Cicil. 204: E non voglio che per gli vostri ocelli passino cose che ignoranza avesse scusa, se fortuna noi seguisse; che Iddio ne guardi.
Esempio: Vill. G. 690: Si dolse molto in piuvico concistoro della fortuna a lui occorsa, e vergogna e danno fattogli.
Esempio: Vill. M. 57: Sentendo il re Luigi e la reina Giovanna,... tornati di nuovo nel Regno, e che erano in fortuna, e in grande bisogno, feciono ec.
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 2, 67: Apparve in Genova una fontana che largamente gittava sangue, il qual fu segno della lor fortuna e distruzione.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 200: Mala ventura, che così nuova fortuna non m'avvenne mai più, e credo che da ieri in qua sia, ec.
Esempio: Morell. Cron. 346: E come i' fui così disposto, tutti quelli offuscamenti si partirono, e solo rimasi a pensare in quanta fortuna i' era vinto insino dal dì della mia natività, e che mai una ora di perfetto bene avea avuta.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 196: È gran consolazione, quando l'uomo ha delle fortune, avere de' sua presso a sè.
Esempio: Rinucc. F. Ricord. 258: Così finì sua vita meschinamente;... e in questa sua fortuna ebbe tanta grazia da Dio, che lui fu confesso, e perdonò al suo inimico.
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 22: E corre al mar graffiandosi le gote, Presaga e certa ormai di sua fortuna.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 91: Eran venute anzi al cospetto de' lor genitori a condolersi con loro di tanta fortuna.
Esempio: Cas. Pros. 2, 28: Ma io mi doglio bene della mia fortuna.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 16: Versando da' begli occhi fuora Umor di doglia cristallino e vago, Parte narrò di sue fortune.
Esempio: Parut. Perfez. Vit. polit. 1, 211: Catone, uomo, per altro, degno di eterna laude, e sempre invitto contra ogni fortuna.
Definiz: § IX. E per Ciò che accade o può accadere di bene o di male, di prospero od avverso, così rispetto all'uomo, come alle sue operazioni, fatti, imprese, e simili; Sorte, Ventura, Prova, Vicenda. –
Esempio: Vill. G. 208: E quando Curradino vide che la fortuna della battaglia li era incontro, per consiglio de' suoi baroni si mise alla fuga.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 48: L'avventurosa sua fortuna vuole, Ch'alle orecchie d'Angelica sian conte.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 41: Disponsi alfin con disperata guerra Far prova omai dell'ultima fortuna.
Esempio: E Tass. Gerus. 10, 4: Disponsi alfin di girne ove raguna Oste sì poderosa il re d'Egitto, E giunger seco l'arme, e la fortuna Ritentar anco di novel conflitto.
Esempio: E Tass. Gerus. 10, 68: Così della battaglia or qui lo stato Col varïar della fortuna è volto.
Esempio: Davil. Guerr. civ. 1, 207: Lo necessitava anco a tentare la fortuna, benchè dubbiosa, della battaglia, il sapere che, ec.
Esempio: Baldin. Decenn. 1, 55: Il miniare è stato sempre al pari del dipignere, ed à corso la medesima fortuna di quello.
Esempio: Tocc. Parer. 28: Questa è la fortuna che corre sì fatta sorta di libri.
Esempio: Capp. Longob. 70: I quali [Goti] non bene spenti, più volte col soccorso dei Franchi avevano ritentato la fortuna delle armi.
Definiz: § X. E per Condizione, Stato, Modo di essere, e simili; riferito a persona, famiglia, popolo, e simili. –
Esempio: Buson. Gubb. Avvent. Cicil. 160: Lascio ancora stare le rovine della tua fortuna, le quali tutte si sveglieranno di qui a pochi giorni.
Esempio: Ugurg. Eneid. 99: E Dio l'avesse voluto, che la prima fortuna della povertà fusse stata ferma.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 54: O Feton, la tua volontà non è sicura: tu domandi grandi cose.... La tua fortuna èe mortale: quello che tu domandi non è cosa che si convenga ad uomo.
Esempio: Petr. Rim. 1, 287: L'altre, maggior di tempo o di fortuna, Trarsi in disparte comandò con mano.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 147: Ah! quanto è misera la fortuna delle donne.
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 1, 10: E nota, che chi è prete non puote essere servo nè fedele di persona, ed è diliberato dalla fortuna servile.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 65: Visse [Firenze] sotto quella fortuna, che vivevano quelli che comandavano all'Italia.
Esempio: E Machiav. Princ. 29: Agatocle Siciliano, non solo di privata, ma d'infima ed abietta fortuna, divenne re di Siracusa.
Esempio: E Machiav. Disc. 85: A costui (a Manlio Capitolino), per aver salvato il Campidoglio,... fu dato.... una piccola misura di farina. Il qual premio, secondo la fortuna che allora correva in Roma, fu grande e di qualità.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 145: La necessità procede dalla mia povera fortuna e dal disordine del mio stato presente.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 1, 81: Nè la bassa fortuna di molti poteva ritardare i loro sforzi dal pervenire a sommi gradi.
Esempio: Tass. Gerus. 16, 74: E ne' superbi arnesi e nelle gonne L'arte dispiega e la regal fortuna.
Esempio: Parut. Perfez. Vit. polit. 1, 357: Dall'amicizia di tali se ne traggerà quel vero frutto, che fu detto richiedersi alla fortuna de' ricchi e potenti.
Esempio: Sassett. Fr. Notiz. 43: Alessandro, suo fratello, oggi vive pianamente secondo la fortuna di casa nostra.
Esempio: Vai Rim. 8: Per dimostrare a pieno Nell'andata fortuna Quanto vi fui gradito, Fatemi in cortesia, fatemi almeno, Con un breve sospiro il ben servito.
Definiz: § XI. Fortuna, poeticam. e con proprietà latina, trovasi in senso di Occasione o Modo per compiere o avere checchessia. –
Esempio: Car. Eneid. 11, 1211: Si diede a seguitarla, a circuirla, A cercar destra e comoda fortuna Di darle morte.
Definiz: § XII. E per Esito, Successo, Riuscita; detto anche di animali. –
Esempio: Dant. Purg. 26: Così per entro loro schiera bruna S'ammusa l'una con l'altra formica, Forse a spiar lor via e lor fortuna.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 622: Forse a spiar lor via e lor fortuna; cioè, forsi per dimandare l'una l'altra de la via che de' tenere, e se à trovato de la biada pure assai.
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 101: Che farèn poi che con ugual fortuna N'ha sopragiunti la notte importuna?
Definiz: § XIII. E per Occasione fortuita, Caso; ed altresì per Causa accidentale. –
Esempio: Ugurg. Eneid. 241: Di presso si combatte con l'armi, l'armi che ne diede la prima fortuna.
Esempio: Piccolom. Filos. nat. I, 28: Per esser l'andare al tempio non causa per virtù propria, ma per accidente, di questo effetto, che è trovare il mio debitore,... questa tal causa veramente caso o fortuna potrà chiamarsi.
Definiz: § XIV. E per Avere, Ricchezza, Sostanze: nel qual senso usasi con maggior proprietà nel plurale. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 268: Qual colpa, qual giudicio, o qual destino Fastidire il vicino Povero; e le fortune afflitte e sparte Perseguire?
Esempio: Machiav. Pros. var. 5, 26: Nelle quali cose dispensò la maggior parte delle sue fortune.
Esempio: Bemb. Lett. 1, 225: Nella quale [città] io ho la maggior parte delle mie fortune, come ella dee sapere.
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 1, 120: Involgere sempre più fra le turbulenze il paese, e fra i mali publici far maggiori le fortune loro private.
Esempio: Buonarr. Oraz. I, 3, 183: Le sue possessioni di gran vantaggio rispondendogli, migliorò non per leggier modo la sua fortuna.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 4: Signor Vincenzio mio, se non ne ritrarrò dell'utile, ne riporterò del disinganno, e verrò a Firenze a licenziare le mie fortune per mancarmi il fondamento per goderle.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 14: Ti duole Che di tante fortune unica erede Cresca possanza al tuo nemico?
Esempio: Capp. Econ. 367: Se la sua fortuna (del padrone) precipita, scema il capitale mobile dato alla terra.
Definiz: § XV. E per Dote, Pregio, dato dalla fortuna. –
Esempio: Dav. Tac. 1, 407: Egli la lodò in ringhiera dall'essere stata bella, madre della divina infanta, e da altre fortune, in vece di virtù.
Definiz: § XVI. Fortuna, vale anche Tempesta di mare, Burrasca, Procella. E nello stesso senso dicesi anche Fortuna di mare o del mare. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 194: Si levò una fortuna con ventogarbino sì forte, che ec.
Esempio: Fr. Giord. Pred. 294: Che siccome l'áncora conserva la nave dalla fortuna del mare,... così ec.
Esempio: Dant. Purg. 32: Piegò [il carro] come nave in fortuna.... or da poggia, or da orza.
Esempio: Intellig. 149: Stando in cotal fortuna i navicanti, Un vento si levò per lor salvezza.
Esempio: Senec. Declam. 103: Uno cittadino aveva una sua donna e tre figliuoli, e navigando per mare, ebbe fortuna grande, e affogò la moglie e' tre figliuoli.
Esempio: Ugurg. Eneid. 6: Mentre che queste cose erano, Nettuno sentì el mare turbarsi con grande romore, e la fortuna mandata in esso.
Esempio: Vill. G. 426: In quest'assedio l'armata delli usciti ebbe sì gran fortuna, che si levaro di Genova, e otto di loro galee ruppero in terra a Chiaveri.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 1: Rotta la nave per grande fortuna o per tempestade che sia nel mare, ec.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 27: Affermando, per niuna altra cosa quella tempestosa fortuna esser nata, se non perchè, ec.
Esempio: Albizz. R. Commiss. 1, 261: A dì 15 detto, lunedì, dietro a mangiare, rimontamo in sulle galee al modo predetto, e.... per gran fortuna, le tre galee si tornorono indietro a Livorno, tutta la notte combattendo con la fortuna.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 117: Sempre mi diè a 'ntendere che qualche fortuna gli avessi fatti mal capitare.
Esempio: Vinc. Tratt. Pitt. 250: Vedesi l'aria tinta di oscura nuvolosità negli apparecchj delle procelle, ovvero fortune del mare.
Esempio: Empol. Gir. Vit. 28: E navigando ebbero grandissime fortune, e in fra l'altre una che durò un pezzo, e fu di tale sorta, che tutti si facevano spacciati.
Esempio: Bern. Orl. 35, 8: Il mare è grosso, e fassi ognor maggiore:... Or si fa rossa, or pallida la luna, Che senza dubbio è segno di fortuna.
Esempio: Guicc. Stor. 2, 96: Travagliata da grandissima fortuna l'armata sua, dopo lunga resistenza fatta al furore del mare, si disperse in varie parti della costa d'Inghilterra.
Esempio: Cavalcant. B. Retor. 119: Allegavano la rovina di molte navi, e spezialmente d'un'altra sua armata, per fortuna di mare in quel luogo, ec.
Esempio: Calzol. Stor. Monast. 532: Fattolo il nocchiere entrare nella sua barca, lo menò non molto lontano a un altissimo sasso, che de ogn'intorno aveva il mare.... bene tant'alto, che l'onde del mare, quantunque in fortuna, non v'aggiunsero mai.
Esempio: Serdon. Ist. Ind. volg. 66: Durò quell'atrocissima fortuna venti giorni interi.
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 88: Curioso avvenimento fu quello che accadde al nostro pittore in Alessandria, dove fu trabalzato da fortuna di mare.
Definiz: § XVII. E in locuz. figur. –
Esempio: Rim. Ant. P. Abbr. M. 1, 454: Amor, ben veggo s'aggio Via pur d'esserti servo, Sì che in fortuna tal m'hai dato porto.
Esempio: Petr. Rim. 2, 15: Veggio al mio navigar turbati i venti, Veggio fortuna in porto, e stanco omai Il mio nocchier, e rotte arbore e sarte.
Definiz: § XVIII. Si usò anche con altri aggiunti; come, fortuna di pioggia, fortuna di vento, fortuna di tempo, per Pioggia burrascosa, Turbine, Temporale. –
Esempio: Vill. G. 393: Lo 'mperadore si partì di Genova con trenta galee per venire a Pisa; e per fortuna di tempo li convenne dimorare in Portovenere 18 dì.
Esempio: E Vill. G. 785: Più sarebbono stati; se non che gran fortuna di pioggia li sopprese.
Esempio: Bart. D. Cin. 2, 142: Tal si levò per l'aria una fortuna di vento, che di poco non istravolse e affondò tutte le navi.
Esempio: E Bart. D. As. 1, 143: Nel meglio del viaggio si levò improvisamente una fortuna di vento sì furioso, che ec.
Definiz: § XIX. E figuratam. per Tumulto, Turbolenza, Sedizione. –
Esempio: Vill. G. 296: Essendo passate le fortune del popolo per la novità di Giano della Bella, i Fiorentini s'accordaro di rinnovare la chiesa maggiore di Firenze.
Definiz: § XX. E pur figuratam. per Pericolo, e talora anche per Frangente. –
Esempio: Intellig. 129: Dipinto v'è lo sforzo soperchiante, Che prese le due navi in tal fortuna.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 70: Molti feciono di strane cose in quel furore. Il podestà e la sua famiglia fu in gran fortuna.
Esempio: Fr. Guid. Fior. Ital. 247: E con lo suo ornato parlare, narrandoli le fortune che aveva scorso, pregollo che li piacesse di non impedirla.
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 25: Sarà [la bella festa] in memoria, che salvò la testa Il re in tal giorno da una gran fortuna.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 20, 88: Come aiutar ne le fortune estreme Sempre si suol, si pone il corno a bocca.
Esempio: Car. Eneid. 4, 868: Tu corri, Enea, sì gran fortuna, e dormi?
Definiz: § XXI. Buona fortuna, si disse per Condizione di mare, prospera, favorevole al navigare. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 135: Mostrava d'ognintorno il tempo chiaro Ch'avrian per molti dì buona fortuna.
Definiz: § XXII. Fortuna, figuratam. e in modo familiare, vale Persona fiera, risentita, cattiva; Rompicollo, Forca: ma oggi dicesi più che altro di ragazzo troppo vivace e che fa confondere chi gli sta attorno. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 249: Orsù, messer Basilio mio, badiamo A vivere, e lascianli alla malora; Chè qui si ha a far con fortune, che noi Ci potremmo beccare altro che grano.
Esempio: Panant. Paret. 66: E dice: Se lo veggo con qualcuna, Piglio fuoco, divento una fortuna.
Definiz: § XXIII. Fortuna! Usasi in modo esclamativo, con senso di Buon per me, per te, per noi, ec.! Sorte mia, tua, nostra ec.! e simili. –
Esempio: Bertin. R. Rim. burl. 282: E le provvisioni Si vanno consumando a poco a poco In pigione, in vestire, in vitto, in fuoco. Fortuna ch'io non giuoco!
Esempio: Baldov. Comp. dram. 72: To', to', fortuna! i' v'ho battuto drento.
Esempio: Fag. Rim. 2, 334: Non vorrei con lodarvela però (la veste da camera), Farvi pentir d'aver donato tanto: Fortuna, come dir, ch'io non saprò!
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Dramm. 184: Fortuna! Detto così assolutamente, significa sorte mia, buon per me. Fortuna ch'i' non giuoco, ec.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 254: Quel che facesse precisamente non si può sapere, giacchè era solo; e la storia è costretta a indovinare. Fortuna che c'è avvezza!
Definiz: § XXIV. Beni di fortuna o della fortuna. –
V. Bene, Sost., § V.
Definiz: § XXV. Colpo di fortuna. –
V. Colpo, §§ XXII, XXIII.
Definiz: § XXVI. Giuoco di fortuna. –
V. Giuoco.
Definiz: § XXVII. Fortuna, con l'aggiunto di Maggiore fortuna o Minore fortuna, era Term. di Geomanzia; e dicevasi Una particolare configurazione di sei stelle, quattro delle quali disposte in quadrato e due in linea retta tra loro, che nella Fortuna maggiore erano in basso, nella minore in alto, del quadrato. La prima veniva attribuita alla costellazione dell'Aquario, la seconda alla costellazione del Toro. –
Esempio: Dant. Purg. 19: Quando i geomanti lor maggior fortuna Veggiono in orïente, innanzi all'alba, Surger ec.
Definiz: § XXVIII. A fortuna, posto avverbialm., lo stesso che Per fortuna, Per caso. –
Esempio: Bertin. A. F. Fals. scop. 4: Che se a fortuna vi paresse che vi avesse entro loro (a questi fogli) de' motti.... un po' troppo frizzanti, compatitemi.
Definiz: § XXIX. A fortuna, vale altresì Casualmente, A caso, Alla ventura, e simili; che per maggiore efficacia si disse anche A sorte e a fortuna, A caso e a fortuna, ed anche A fato e a fortuna. –
Esempio: Stat. Pot. Fir. 1, 25: Date alli consiglieri che in quello consiglio saranno le pallottole del piombo, e quelle dell'oro, ovvero gialle, a fortuna, come usanza è; quelli quattro di quelli consiglieri, alli quali prima verranno le pallottole dell'oro, ovvero gialle, nominino quattro, ec.
Esempio: Stef. March. Istor. 1, 22: A sorte e a fortuna vollero ciascuno nobile, per nomarla del suo nome, andare a edificarla.
Esempio: Cavalcant. G. Istor. fior. 1, 186: Le lance, i dardi, le saette, le rombole e i mazzafrusti si gittavano, con empito di tutte le loro posse, mescolatamente, a fato e a fortuna.
Definiz: § XXX. E si disse anche per Senza deliberata volontà. –
Esempio: Senec. Declam. 83: Commise un omicidio inavvertentemente a caso e a fortuna, sanza suo proposito.
Definiz: § XXXI. E per Senza sapere quello che uno si dice, Senza fondata ragione; A vanvera, A casaccio. –
Esempio: Panzier. Tratt. 27 t.: Onde sieno certi tutti coloro, dinanzi a' quali questa Somma perverrà, che colui che la fece seppe quello ch'elli disse, e non parlò a caso e a fortuna.
Esempio: E Panzier. Tratt. 55: Non parlo a caso nè a fortuna.
Esempio: Bertin. A. F. Specch. 50: Una naturale prudenza, una pesata considerazione,... affinchè non si faccia giudizio a fortuna o a capriccio, e si dia ec.
Definiz: § XXXII. E coi verbi Andare a fortuna, Avvenire a fortuna, Essere a fortuna, vale Secondo che vuole il caso o la fortuna. –
Esempio: S. Ag. C. D. 7, 214: Alcuni diceano.... che esso (il mondo) è retto dalla mente divina, alcuni che è a caso ed a fortuna.
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. 11: L'uomo irato viene in tanto errore e scandalizzasi sì de' giudizj di Dio, che nega la provvidenza, e dice, che ogni cosa va a fortuna.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 239: Le cose che sono a venire.... non si possono sapere; imperocch'avvengono a caso ed a fortuna, e di rimbalzo, onde di quelle cotali cose non puote essere scienzia.
Definiz: § XXXIII. A fortuna, ed anche A fortuna rotta, col verbo Correre a fortuna, a fortuna rotta, vale In balìa della tempesta. –
Esempio: Bart. D. As. 1, 7: Appena furono sul voltare all'incontro di Fessa, che si levò una furiosa burrasca che gli ebbe a mettere in fondo; onde veggendosi mal parati a reggerle contro, si diedero a correre a fortuna rotta sempre più dentro mare.
Esempio: E Bart. D. As. 1, 149: Cominciò a tempestare il mare tanto furiosamente, che alla misera nave convenne abbandonarsi e correre a fortuna; fin che, sospinta incontro a scoglj, ec.
Esempio: E Bart. D. As. 2, 110: Un gagliardissimo vento... mise il mare in così sformata tempesta, che quattro dì e quattro notti corser perduti a fortuna, senza altro miglior governo, che quello di Dio che reggeva la nave.
Definiz: § XXXIV. Della fortuna, usato familiarmente in modo aggiuntivo, vale Fortissimo, Gagliardissimo, e simili. –
Esempio: Not. Malm. 1, 355: Diciamo molte cose con questo aggiunto della fortuna in modo avverbiale, come per esempio: e' tira un vento della fortuna, cioè gagliardissimamente; e' dà bastonate della fortuna, cioè solennissimamente; e simili.
Definiz: § XXXV. Per fortuna, vale Fortunatamente, Per buona sorte; ed altresì Per sorte, Per caso. –
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 3, 183: Nel quale [giorno] per fortuna si fa memoria in Atene della morte universale seguíta pel diluvio.
Esempio: Sangall. Esp. Zanz. 16: Cominciai subito a pensare se quelle navicellette per fortuna contenessero la semenza e l'uova delle zanzare.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 167, 2: Fassi questa [copertura] per riguardo dell'acqua piovana, la quale cadendo sopra 'l terrazzo, se per fortuna penetrasse il di lui pavimento, non vada por l'altre stanze sottoposte.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 536: S'inventarono però alcune medicine grossolane, che per fortuna riuscirono buone a mitigare il dolore, e le coperte de' cavalli fornirono di fila e di fasce.
Definiz: § XXXVI. Aver fortuna in checchessia, vale Essere in quello fortunato.
Definiz: § XXXVII. Aver la fortuna o Aver fortuna, in dipendenza di un Infinito retto dalla particella Di, vale Riuscire fortunatamente a fare, avere, trovare, e simili, checchessia; Essere in quella data cosa aiutati dalla fortuna. –
Esempio: Salvin. Disc. 2, 278: Non vegghiamo noi che quei popoli, che ebbero fortuna i primi di trovare qualche cognizione o di trattare qualche scienza, a tutti poi di qualsisia lingua tramandarono certi termini, ec.?
Definiz: § XXXVIII. Darsi alla fortuna, vale Disperarsi, Uscire in atti di disperazione; che più comunem. dicesi Darsi al diavolo, ai cani, alle bertucce, e simili. –
Esempio: Lipp. Malm. 9, 10: Tutte le stelle Avevo rassegnate ad una ad una, Trovo smarrite aver le Gallinelle; Ma dopo è, ch'io mi davo alla fortuna, Che fralle stelle fisse e frall'erranti, Non vedevo nè anche i Mercatanti.
Esempio: Not. Malm. 2, 690: Mi davo alla fortuna. Mi tribolavo, Mi disperavo. Si dice anche Mi davo alle streghe, al diavolo, alla versiera, alle bertucce, a' cani, e simili. Darsi alla fortuna, tratto per avventura da' marinari, quando disperati s'abbandonano in braccio alla burrasca.
Definiz: § XXXIX. Esser una cosa o una persona la fortuna di alcuno, vale Essergli essa cagione di buona fortuna, di prosperità, di compimento di alcun desiderio, e simili. –
Esempio: Manz. Prom. Spos. 484: Fece tanti versi, tant'esclamazioni, disse tante cose: e che non si faceva così, e ch'era una casa grande, e che ai signori non si dice di no, e che poteva esser la loro fortuna, ec.
Definiz: § XL. Ed Esser checchessia una fortuna per alcuno, vale Esser quella data cosa per lui così buona, da riputarsela a fortuna. –
Esempio: Manz. Prom. Spos. 426: E non è una fortuna per un vescovo, che a un tal uomo sia nata la voglia di venirlo a trovare?
Definiz: § XLI. Essere della fortuna, si disse in modo familiare per Essere, Trovarsi, a mal partito. –
Esempio: Baldov. Comp. dram. 12: Il fatto È che, s'e' si sapessi Ch'i' bociassi poi fuora Quel che si fa per casa, Sarei della fortuna.
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Dramm. 133: Sarei de' cani, sarei della fortuna; maniere di dire non osservate dal Vocabolario, ma assai comuni, e vagliono Mi troverei a cattivo partito, sarei maltrattato.
Definiz: § XLII. Essere in fortuna, detto di mare, vale Esser commosso da tempesta, Esser tempestoso. –
Esempio: Bart. D. As. 1, 52: Proseguendo a scendere dieci altri gradi del massimo cerchio, s'incontrano i Monsoni, che noi diciamo maestrali, favorevoli per salire (se non è il mare in fortuna) poco più o meno d'un grado sopra il promontorio di Buona Speranza.
Definiz: § XLIII. E detto di persona, vale Essere, Trovarsi, sorpreso dalla tempesta. –
Esempio: Sacch. Nov. 1, 195: Il bevitore del signore non si poteva azzicare, e andava a onde, come se fusse in fortuna.
Definiz: § XLIV. Fare fortuna, o la sua fortuna, vale Acquistare molto credito, riputazione, e più spesso, molte ricchezze: ed altresì Procacciarsi un utile, profittevole, avviamento. –
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 341: Tenendovegli da ragazzi affatto (ne' collegj o seminarj) infinchè fossero in età di poter far la lor fortuna, o di seguitare la propria inclinazione.
Esempio: Salvin. Pros. sacr. 299: Andò lungi dalla sua terrena patria a cercare strani paesi, e, come suol dirsi, a far fortuna.
Esempio: Bottar. Dial. 138: Pelegrin Tibaldi, pittore cotanto eccellente, non facendo fortuna nella pittura per l'imperizia di chi si stimava intelligente, si buttò all'architettura.
Definiz: § XLV. Far fortuna, detto di mare o lago, vale Commuoversi a tempesta, Suscitarsi in esso la tempesta. –
Esempio: Cellin. Vit. 209: Quando noi fummo drento in circa quattro miglia, il ditto lago cominciò a far fortuna.
Definiz: § XLVI. Figuratam., Fare fortuna ad alcuno, si usò per Recargli nocumento, Fargli contrasto. –
Esempio: Bemb. Lett. 2, 56: E rendomi più che sicuro, che se aveste voluto far loro fortuna, non ne sarebbono usciti così asciutti.
Definiz: § XLVII. Mettersi alla fortuna, o ad arbitrio di fortuna, vale Abbandonarsi al caso, alla ventura, Correr la sorte. –
Esempio: Buson. Gubb. Avvent. Cicil. 72: Gli detti Arabi, più aspramente affannandosi per la loro vendetta, più coraggiosamente alla morte si mettono e alla fortuna.
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 1, 175: Per noi fa la battaglia,... e di mettersi alla fortuna, innanzi che volere andar più per lo mondo tapinando.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 23: E come quei che non sapean se l'una O l'altra via facesse la donzella (Però che senza differenzia alcuna Apparia in amendue l'orma novella), Si messero ad arbitrio di fortuna, Rinaldo a questa, il Saracino a quella.
Definiz: § XLVIII. Mettersi alla fortuna del combattere o della battaglia, vale Commettersi alle sorti del combattimento, Arrischiare la sorte delle armi. –
Esempio: Vill. G. 399: Nell'uscire [i Fiorentini] a battaglia, o per viltà o per sonno di guerra, o per non aver capo, in nulla guisa non si vollono mettere alla fortuna della battaglia.
Esempio: E Vill. G. 581: Ma Castruccio, veggendo tanta buona gente a' Fiorentini e volenterosa di combattere, ed elli si sentia con assai meno cavalleria, non si volle mettere alla fortuna della battaglia.
Definiz: § XLIX. Tenere la fortuna per il ciuffo o il ciuffetto, per il crine o nel crine, e Salire sul ciuffo alla fortuna, dicesi proverbialm. di colui, al quale tutte le cose vadan prospere. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 30, 35: Ma se fortuna le spalle vi volta (Che non però nel crin presa tenete), Causate un danno, ec.
Esempio: Menz. Sat. 6: E se chi un tempo fea da ermafrodito, Or fa da Ilarïone e Torcicolla, Sul ciuffo alla fortuna è già salito.
Definiz: § L. Vivere al corso di fortuna, vale Vivere secondo che porta il caso, alla ventura. –
Esempio: Vill. G. 849: Ecci la libertà del libero albitrio dell'uomo, quando il voglia operare; la qual cosa è in pochi per lo difetto del vizio lascibile, e la poca costanza delle virtù, onde per il più si vive al corso di fortuna.
Definiz: § LI. Assai guadagna chi fortuna passa. Proverbio, il quale denota, Che l'uscire senza danno da un pericolo deve riputarsi a guadagno. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 228: Non s'usa nelle cose de' figliuoli Guadagnar mai.... M. Assai guadagna chi fortuna passa.
Definiz: § LII. Chi ha fortuna in amor non giuochi a carte. –
V. Carta, § LXIX.
Definiz: § LIII. Fortuna, e dormi. Dicesi in proverbio a denotare, Che colui, il quale ha la fortuna favorevole, non occorre che si affatichi; e che spesso gli uomini fortunati hanno, senza lor merito, buone avventure. –
Esempio: Magal. Lett. 76: M'avete aria d'averci pensato pochissimo; fortuna e dormi, non c'è che dire.
Esempio: Fag. Rim. 3, 90: Non a caso però il proverbio dice: Fortuna, e dormi.
Definiz: § LIV. Il buono studio rompe la fortuna; si disse in proverbio per significare, Che il senno trionfa della sorte avversa e delle disgrazie. –
Esempio: Pucc. A. Centil. 13, 49: Di gente veruna I' non mi curo, perocchè si canta Che 'l buono studio rompe la fortuna.
Definiz: § LV. La fortuna è amica degli audaci. Sentenza, tolta dal latino, per denotare, Che ad aver fortuna in checchessia non conviene esser timidi. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 508: La fortuna è amica degli audaci; E 'l mondo è oggi de' prosuntuosi.
Definiz: § LVI. Val più un'oncia di fortuna, che una libbra di sapere o di sapienza, o È meglio, un'oncia di fortuna, che una libbra di sapere o di sapienza. Dicesi in proverbio per significare, Che la fortuna nelle cose umane talora giova più che il senno. –
Esempio: Med. Arid. 5, 6: Infine egli è meglio un'oncia di fortuna, che una libbra di sapienza.